Inquinamento e biomonigoraggio ambientale

Il 20 maggio verrà celebrata per la prima volta in 115 nazioni nel mondo la giornata internazionale delle api.

Perché le Nazioni Unite hanno sentito la necessità di istituire un momento di riflessione collettiva per la salvaguardia di queste piccole e laboriose bestiole?

Le classi quinte degli istituti “Del Pozzo” e “Bianchi-Virginio” di Cuneo ne hanno discusso questa mattina presso il centro incontri della Provincia.

In appena trent’anni, dal 1980 al 2010, la popolazione mondiale di api e vespe si è ridotta del 36 per cento a causa della diffusione dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura, come pesticidi e insetticidi. In particolare, il pericolo principale è rappresentato da una famiglia di insetticidi, i neonicotinoidi, che riducono olfatto, memoria e senso dell’orientamento delle api.

Il prof. Andrea Fornaro ha spiegato agli studenti quanto il fenomeno dell’inquinamento da prodotti xenobiotici, ovvero composti estranei alla vita, molecole sintetiche e sistemiche introdotte volontariamente, ma forse inconsapevolmente dall’uomo, sia attuale, complesso e globale.

Legambiente parla di 130 mila tonnellate di pesticidi immessi nell’ambiente ogni anno. Ma dove finiscono queste sostanze? Il 34% dei prodotti alimentari li contiene e il 70% delle acque di scorrimento superficiali ne presenta tracce. Solo per citare alcuni dati. Tuttavia non ne conosciamo gli effetti perché sono a lungo termine e mancano protocolli adeguati di monitoraggio e studio. Non significa tuttavia che non siano pericolosi. Negli anni ’40, per fare un esempio, il DDT veniva usato massicciamente (è stato poi bandito nel 1972) e nelle pubblicità delle sigarette se ne consigliava l’uso alle donne incinte. Eppure oggi, per fortuna, nessuno si sognerebbe di negare gli studi scientifici che hanno dimostrato incontrovertibilmente la dannosità di questi prodotti.

Il dott. Marco Bergero, di Aspromiele, ha definito le api efficacissime sentinelle ambientali, in grado di fornire informazioni preziose sullo stato di salute del nostro pianeta.

Il bio-monitoraggio, ovvero il monitoraggio degli effetti dell’inquinamento mediante organismi viventi e/o parametri biologici, è una invenzione relativamente recente (risale agli anni ’80 del Novecento).

Ma dobbiamo capire che le condizioni del nostro ambiente sono tutt’altro che buone.

Le api possono darci una mano. Sono organismi ubiquitari e una famiglia di questi insetti può visitare fino a 14 milioni di fiori in un giorno e percorrere da 3 a 30 mila km nel suo viaggio di impollinazione contribuendo alla conservazione del 75% delle specie vegetali spontanee.

“Quando le api scompariranno all’uomo resteranno 4 anni di vita” e avremmo l’80% in meno di specie vegetali (e, per essere concreti, la perdita di 153 miliardi di Dollari all’anno).

Come ha sottolineato il Dirigente Scolastico dott. Ivan Re, l’ambiente deve essere una priorità per ciascuno di noi e sono le piccole e buone pratiche che fanno la differenza.

La prima è sicuramente conoscere e condividere le informazioni.

L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per raccontare una bella esperienza di alternanza scuola-lavoro: alcuni studenti dell’indirizzo chimico dell’Istituto tecnico, guidati dalla prof.ssa Fraire, hanno infatti sperimentato la simulazione del lavoro di analisi di un laboratorio in grado di determinare l’origine botanica di alcuni campioni di miele e le eventuali frodi (sanitarie e commerciali) nella fase di produzione.

 

Giorgia Dalmasso